Stanco di fare un lavoro che da anni non ti soddisfa? Il tuo spirito di intraprendenza potrebbe essersi pian piano insinuato nella tua mente e aver fatto saltare agli occhi l’idea di poterti mettere in proprio per poter finalmente realizzare il tuo sogno nel cassetto: far diventare il tuo hobby il tuo lavoro.
La situazione appena descritta è meno rara di quanto si possa immaginare, infatti, sempre più persone decidono di lasciare il fantomatico e tanto bramato (in passato) posto fisso per dedicarsi ad altre attività . Per far ciò, tuttavia, è necessario passare da lavoro di dipendenza a libero professionismo e aprire quella che viene definita partita IVA.
Le varie tipologie di partita IVA
La partita IVA serve per inquadrare a livello fiscale le varie tipologie di lavoratore autonomo, sia esso artigiano, commerciante o professionista. Senza di essa non è possibile esercitare nel lungo periodo una professione autonoma, senza che si incorra in sanzioni. Esistono varie tipologie di partita IVA. Una prima distinzione è quella tra partita IVA individuale e partita IVA societaria.
Nel primo caso, la partita IVA è assunta da un unico soggetto, nel secondo caso, da due o più persone che possono avere diritti e doveri differenti all’interno della società , in base alla sua tipologia. Le partite VIA individuali, a loro volta, possono appartenere a due tipi di “regimi”: forfettario e semplificato. Approfondiamo la questione.
Regime forfettario o regime semplificato?
La differenza principale che attualmente distingue il regime forfettario dal regime semplificato è che il regime forfettario è l’unico che, nel rispetto di talune condizioni, può rappresentare un regime fiscale agevolato. La scelta tra regime forfettario e semplificato è una scelta personale e varierà in base al tipo di attività , alle spese connesse, al reddito e così via. Di seguito si elencano alcune delle caratteristiche del regime forfettario agevolato fissate per l’anno 2025.
- soglia massima di lavoro dipendente nell’anno precedente fissata a 35.000€
- in caso di contratto misto, impossibilità di svolgere prevalentemente attività autonoma nei confronti di datori di lavoro precedenti, con le dovute deroghe
- tassazione fissata al 15% oppure al 5% nei primi 5 anni di attività , nel rispetto di determinate condizioni
- fattura semplificata
Le carattestiche sopra elencate potrebbero essere appetitose per coloro che stanno pensando di passare da lavoro dipendente a lavoro autonomo oppure che entrano per la prima volta nel mondo del lavoro con l’idea di mettersi in proprio. In effetti, la tassazione agevolata del 15%, che può ridursi al 5% per i primi cinque anni di attività , rappresentano una buona occasione per poter risparmiare diversi soldi da poter investire nell’avvio della propria attività .
In conclusione, al momento dell’impianto della partita IVA, ogni lavoratore autonomo dovrà scegliere a quale regime fiscale far riferimento. In particolare, esistono partite IVA a regime semplificato e partite IVA forfettarie, a regime agevolato. Non è possibile definire quale delle due sia la migliore in quanto dipenderà dal tipo di attività svolta, dalle spesse annesse e da tanti altri fattori che sarebbe opportuno valutare insieme al proprio commercialista di fiducia.