Avere una società all’estero appare come una ottima possibilità per economizzare in merito alle varie spese di gestione ma anche sotto il profilo delle imposte, ovvero le tasse, in quanto ogni nazione ha delle proprie regolamentazioni in ambito fiscale. Questa è una soluzione che viene adottata da sempre e che in alcuni casi è effettivamente molto vantaggiosa.
Naturalmente, non è tutto oro quello che luccica quindi prima di avviare una società all’estero bisogna considerare la procedura di base, con pro e contro oltre a segnalare i casi nei quali questo è effettivamente consigliabile ed invece quando appare meno conveniente. Insomma quale è la procedura che potrebbe davvero far risparmiare sulle tasse.
Perchè le aziende vanno all’estero
Si tratta di qualcosa di assolutamente legale, possibile sia nel caso di aziende “non fisiche”, ad esempio di professionisti, ma anche di veri e proprie attività fisiche, in particolare molte nazioni sia all’interno dell’Unione Europea, ma anche al di fuori del contesto comunitario, sono molto in voga realtà come l’Ungheria (che fa parte dell’UE) ma anche Cipro, Malta, e altre realtà.
Prima di iniziare, conviene naturalmente agire in modo preventivo, non basta verificare la pressione fiscale del paese scelto, ma è opportuno valutare il contesto economico e sociale della nazione di riferimento, la varia burocrazia inclusi i costi per l’apertura e la gestione iniziale ma anche la possibile quanto impattante concorrenza locale.
Come andare all’estero
Quest’aspetto viene spesso poco considerato ma è importantissimo: se intendiamo vendere all’estero, ciò che “funziona” in Italia può non avere il medesimo impatto in un’altra realtà, mentre se il nostro obiettivo è vendere anche al di fuori del mercato locale, bisogna comunque valutare l’efficacia della logistica del luogo e la sua efficienza.
- Il Made In Italy “tira molto” ma non necessariamente risulta essere un elemento sufficiente se intendiamo vendere all’estero
- Per ottenere l’abitiliazione di azienda all’estero quindi liberarci dalla tassazione italiana la società deve trovarsi per forza e fisicamente all’estero
Allo stesso modo la suddetta società deve essere concepita in modo tale da svolgere a livello lavorativo e produttivo la propria attività sul territorio della nazione dove ha scelto di trasferirsi. Queste sono le forme di requisito principale necessarie per ottenere una forma di “riconoscimento ufficiale” da parte della giurisdizione italiana.
E’ anche utile ottenere la residenza del paese locale, ed affidarsi ad una forma di figura locale come un commercialista e notaio così da essere messi al corrente costantemente e fin dal principio in merito a tutte le procedure da portare avanti. Fondamentale avere un budget giusto ma anche studiare per diversi mesi prima (almeno) il mercato e la storia del paese “ospite”.